Perché ci vuole un reddito.

Con il famigerato decreto del primo maggio entrano in vigore, a regime, le nuove norme che soppiantano il Reddito di Cittadinanza.

Tagliare i sussidi ai poveri proprio mentre il costo della vita aumenta vertiginosamente è un atto malvagio e vigliacco perpetrato dal governo Meloni.

Affermare che sia congruo un contratto a termine anche se part time di 24 ore in qualsiasi parte di Italia sapendo che non può coprire nemmeno le spese di trasferimento è un atto di violenza nei confronti di chi viene classificato occupabile e per questo viene colpevolizzato.

L’indice di povertà assoluta calcolato dall’ISTAT su base 2021 (non è stato ancora adeguato all’inflazione frattanto schizzata in alto) nella periferia dell’area metropolitana era 611,61 € per singolo individuo e 1467,21 per una famiglia di 4 persone. Ciò rende del tutto evidente la volontà del governo Meloni di portare una fascia sempre più consistente di Mercato del Lavoro sotto la soglia di povertà: basti pensare che mentre si rende normale il contratto a tempo determinato (senza obbligo di causale di fatto è il “normale” rapporto di lavoro), dopo aver esteso l’utilizzo del voucher. si evita di intervenire a garanzia del salario minimo legale e della contrattazione collettiva.

E’ perciò interesse generale della classe lavoratrice garantire a tutt*, lavoro o non lavoro, un reddito dignitoso.

Proprio perchè grazie alla politica antisociale del governo le leggi dello stato favoriscono sempre di più le disuguaglianze e la concorrenza tra poveri e più poveri è il momento di chiamare in causa in una vertenza generale anche le municipalità. Per queste ragioni sosteniamo la campagna “Ci vuole un Reddito”.

Discutiamone il 19 maggio con il partito, con gli intellettuali e con i consiglieri comunali di Roma il 19 maggio.